Ufficio per la Pastorale della Scuola e dell’Università della diocesi di Como
in collaborazione con FISM
La FISM si avvale della collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale della Scuola e dell’Università della diocesi di Como per quanto riguarda la progettazione e la programmazione dei corsi di aggiornamento delle insegnanti che si occupano dell’insegnamento della Religione cattolica che operano all’interno del circuito Fism Como. In accordo con il Direttore dell’Ufficio e Responsabile IRC della diocesi di Como, la FISM, ogni anno, offre ai propri docenti IRC la possibilità di vivere un percorso di aggiornamento utile alle finalità culturali e didattiche dell’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole dell’infanzia affiliate alla FISM.
“La scuola dell’infanzia concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini” (L. 53/03, art. 2e); essa fa parte del “sistema educativo di istruzione e di formazione”, il quale prevede, tra i suoi principi e criteri direttivi, anche “il conseguimento di una formazione spirituale e morale” (l.c., art. 2b). Ogni scuola dell’infanzia, dunque, se vuole “concorrere all’educazione armonica e integrale dei bambini e delle bambine” (v. Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle Scuole dell’Infanzia), deve tenere presente e curare anche la dimensione religiosa dello sviluppo del bambino. Ciò vale, in particolare, per le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana, nelle quali il Progetto educativo che sta alla base della loro proposta educativa si ispira al Vangelo di Gesù e quindi è ancorata ad una precisa visione della vita e della persona. L’insegnamento dell’IRC si colloca nel quadro delle finalità della scuola dell’infanzia, contribuisce alla formazione integrale dei bambini e, in particolare, tende a promuovere la maturazione della loro identità anche nella dimensione religiosa, valorizzando le loro esperienze personali e ambientali e orientandoli a cogliere i segni espressivi della religione cristiana cattolica, ed eventualmente di altre espressioni religiose, presenti nell’ambiente.
Si potrebbe osservare che parlare di insegnamento della religione in riferimento alla fisionomia specifica che presenta la scuola dell’infanzia rispetto agli altri gradi scolastici potrebbe sembrare inopportuno e inadeguato. Si parla, infatti, di ‘attività educative’, di ‘campi di esperienza’, più che di ‘insegnamento’, consapevoli che il bambino è fortemente condizionato dal comportamento dell’adulto e meno capace di esercitare un filtro critico nei confronti di ciò che gli viene proposto.
D’altra parte, si può affermare che appare fondata e legittima la richiesta che già a partire dagli anni dell’infanzia si insegnino – naturalmente secondo le modalità ritenute più opportune – contenuti di tipo religioso ai bambini, così da aiutarli ad interpretare anche quegli aspetti del reale che fanno riferimento alla religione (e alla religione cattolica in particolare, poiché essa “fa parte del patrimonio storico del popolo italiano”, come si legge nel testo concordatario). Già a questa età un’educazione autentica deve consistere anche in una sollecitazione continua dell’intelligenza perché si apra a tutte le dimensioni del reale. Da questo punto di vista, insegnare religione cattolica ai bambini significa presentare in modo essenziale e pertinente alle loro caratteristiche psicologiche i contenuti autentici di questa religione.
Più precisamente, nella prospettiva dell’attuale riforma scolastica il percorso educativo della scuola dell’infanzia ha come punto di riferimento anzitutto gli Obiettivi specifici di apprendimento (OSA) della religione cattolica, i quali contribuiscono alla maturazione del soggetto nella direzione indicata dal Profilo atteso alla conclusione del primo ciclo di istruzione. Essi vanno concretizzati, a partire dagli Obiettivi formativi, in Unità di apprendimento, anche con la collaborazione delle famiglie, e costituiscono un punto di riferimento importante per l’azione didattica; adeguatamente interpretati, permettono di sviluppare i temi essenziali dell’IRC, avendo come riferimento non tanto dei contenuti astratti da proporre, quanto piuttosto un’esperienza infantile da valorizzare e interpretare. Per quanto riguarda, in particolare, le scuole dell’infanzia cattoliche, si deve ricordare anzitutto che la proposta culturale da esse offerte si caratterizza per un’attenzione specifica ed originale nei confronti della religione cattolica. I vescovi si sono espressi molto chiaramente al riguardo affermando che “dimensione particolarmente importante del progetto educativo della Scuola Cattolica è l’educazione cristiana e, specificamente, l’insegnamento della religione [corsivo nostro]. Tale dimensione è qualificante per l’identità della Scuola Cattolica” (La scuola cattolica, oggi, in Italia, n. 22). In queste scuole, dunque, in riferimento alla conoscenza che si vuole offrire al bambino circa la religione cattolica, dovrà essere maggiormente accentuato sia l’aspetto educativo che quello specificamente attinente all’insegnamento. In tal modo, esse offrono una proposta educativa che si fonda su una chiara e sicura visione antropologica cristiana, per cui ogni aspetto dell’educazione e ogni momento dell’esperienza scolastica ricevono una loro caratterizzazione specifica ed originale dal costante riferimento a Cristo e al Suo Vangelo: è l’educazione cristiana. Nello stesso tempo devono essere previsti momenti specifici nei quali si insegnano al bambino determinati contenuti religiosi a partire da ciò che Cristo ha fatto e insegnato. Solo così è possibile attenersi all’indicazione dei vescovi, i quali chiedono che l’attenzione alla religione costituisca un aspetto ‘qualificante’ il Progetto educativo delle scuole cattoliche.